Tono e buonumore, elogio delle donne in bicicletta

dal Corriere della sera.it del 9 gennaio 2012

Tono e buonumore, elogio delle donne in bicicletta

di

Donne, non fate storie. Salite sulla bici. Pedalate, quando potete, invece di guidare o di aspettare autobus che non arrivano. Vi renderà cittadine più consapevoli e interessanti; attraenti come le emiliane dei luoghi comuni, ardimentose per il bene comune come le staffette partigiane, toniche come le maniache della ginnastica, ma molto, molto più allegre (la bici, come l’amore corrisposto, è un antidepressivo naturale). Non fatevi lasciare a terra da preoccupazioni e fisime («si suda, mi rovino i capelli, che scarpe mi metto»).

Imparate a vivere e far vivere meglio grazie a un mezzo di trasporto che offre pari opportunità. Finora, poco sfruttate.

Perlomeno in Italia, e anche negli Stati Uniti (in Germania e Nord Europa va meglio; e non pare un caso che, per dire, in Scandinavia ci sia una quasi parità sul lavoro e in politica e il miglior equilibrio famiglia-lavoro del pianeta; le donne hanno pedalato per ottenerlo). La scorsa settimana, i ciclisti americani, tendenzialmente giovani e liberal, sono rimasti male leggendo le statistiche sull’uso della bici nelle città americane: le cicliste urbane sono solo il 25 per cento del totale. Anche in «biking cities» come Minneapolis o Portland. Le reazioni online dei ciclisti sono meste ma pragmatiche:

«È una questione di abbigliamento», dicono i più.

 

 

Perché non si può pedalare con una gonna stretta, né con i tacchi alti (le cicliste dedite li mettono nello zainetto, e si cambiano al lavoro). Perché, ammettiamolo, l’effetto-bellezza in bicicletta si può ottenere entro e non oltre i venticinque anni di età; dopo, la maggioranza ha un’aria sciamannata e basta, casomai si ricompone all’arrivo. Anche l’Italia, che vanta le cicliste più eleganti del mondo insieme ad alcune parigine, insomma le milanesi con mises minimali, messe in piega inamovibili e cestino sul manubrio, non le esalta come meritano; tende a trattarle come figure caricaturali, tipo Signorina Snob di Franca Valeri, e non è giusto.

Non è giusto perché, a differenza di altre signore benestanti di mezzo mondo, non inquinano e non parcheggiano in doppia fila quando fanno spese. E perché è facile ma controproducente (per i polmoni) bollare come snob chi pedala. Anche se il miglior trattatello sul ciclismo urbano contemporaneo si chiama autoironicamente Bike Snob (è tradotto da Elliot edizioni; prende molto in giro le Beautiful Godzilla, le cicliste che vanno in giro convinte che la strada sia a loro disposizione e tutti, automobilisti e pedoni, debbano cedere loro il passo). Pedalare non è attività elitaria; dopo gli ultimi rincari della benzina (e i tagli al trasporto pubblico) meno che mai.

Casomai, soprattutto per le donne, è attività che migliora la vita. Fisicamente e finanziariamente: chi pedala tutti i giorni è in forma e risparmia sulla palestra (vedere per credere le berlinesi, in media due taglie più magre delle altre tedesche non cicliste). Socialmente: invece di fare amicizia con altre donne petulanti nello spogliatoio umidiccio della palestra, molte cicliste si uniscono a gruppi di gente simpatica che pedala la domenica. Emotivamente: andare in bici produce endorfine e buonumore, da’ soddisfazione e rende più assertive.

Dopo qualche mese di ciclismo urbano (specie in Italia) anche la femmina più timida impara a farsi rispettare. E a rispettare se stessa (il prossimo passo sarà rispettare le altre cicliste: siamo talmente poche, la domenica, che quando ci incrociamo su percorsi lunghi ci guardiamo con astio, vorremmo essere le uniche superdonne della ciclabile; quando saremo tante diventeremo meno antipatiche, si spera).

 

Denuncia a Roma Capitale

14 settembre 2011

Comunicato di denuncia a Roma Capitale

Francesco Calderini, di Cycom, comunità di ciclisti romana, denuncia Roma Capitale.

La denuncia afferma un principio importante: chi muore in bici a Roma non è vittima di una disgrazia ma della firma di chi ha scelto di non rispettare la Legge.

Ostia in Bici XIII non può che esprimere solidarietà ed appoggio a questa iniziativa.

Qui il comunicato ufficiale:

OGGETTO: Lavori straordinari di manutenzione stradale e mancata osservanza delle leggi di Stato in materia di ciclabilità, presentata denuncia alla Procura della Repubblica 

Spett.li Amministrazioni di Roma Capitale,

da oltre 3 (tre) anni il sottoscritto si è attivato in prima persona ed in collaborazione con molte associazioni ciclistiche di Roma affinché si vedesse affermato quantomeno un principio di legalità nel modo in cui il governo della città affronta il tema della ciclabilitá.

Durante questo periodo, il sottoscritto si è speso quotidianamente ed in maniera del tutto volontaristica perché le amministrazioni coinvolte sul tema della ciclabilitá recepissero e, soprattutto applicassero, le norme base sancite dal Codice della Strada, ed in particolare quanto imposto dalla legge di Stato n.366 del 19 ottobre 1998 in materia di sviluppo della mobilità ciclistica, che dispone tra l’altro specifiche modifiche alla legge n. 285/92 (Nuovo Codice della Strada). Ciò soprattutto in merito al reperimento dei fondi necessari (da cui l’obbligo di destinare, in misura non inferiore al 20%, i proventi delle sanzioni amministrative alla realizzazione di interventi a favore della mobilità ciclabile) ed alle modalità di sviluppo della rete ciclabile (ogni strada di nuova costruzione o sottoposta ad interventi straordinari di manutenzione straordinari deve essere accompagnata dalla realizzazione di un percorso ciclabile adiacente, laddove previsto da piani pluriennali).

Ebbene, il bilancio di tre anni spesi tra decine di comunicazioni, esposti, segnalazioni, incontri, tavoli tecnici e sopralluoghi è stato oggettivamente desolante e demotivante. Soprattutto per la semplice constatazione che aldilà di ogni problema tecnico od economico esiste un problema politico: la totale mancanza di una concreta volontà politica di realizzare una mobilità sostenibile, e tanto meno ciclabile, a Roma.

Niente altro può spiegare il rifiuto sistematico di realizzare percorsi ciclabili in occasione di tutti gli interventi straordinari di manutenzione stradale (e quindi di dare applicazione ad un obbligo di legge), puntualmente e formalmente segnalati da tre anni a questa parte, dove questi avrebbero potuto concretizzarsi a costo zero, ma si scontravano magari con esigenze di ‘fluidificazione del traffico’, realizzazione di parcheggi per le auto, con il triste rimbalzo di competenze o, ancora peggio, con il totale disinteresse. Tutto ciò mentre nelle strade di Roma chi circola in bicicletta continua a morire, vittima della propria voglia di contribuire ad una città migliore e delle responsabilità delle amministrazioni che hanno scelto di disattendere la Legge.

Fatto il bilancio di questa faticosa quanto desolante esperienza, non resta quindi altro che il dovere civico di riportare tutto ciò all’attenzione di chi vorrà affermare finalmente il primato della Legge sulla politica, identificare i responsabili ed impartire le opportune condanne.

A questo proposito, si informano le Amministrazioni di Roma Capitale che il 4 Agosto 2011 è stata presentata una formale denuncia presso la Procura della Repubblica di Roma riguardo specifici episodi relativi ad Ostia ed al XIII Municipio, facilmente generalizzabili a tutta Roma, configurandosi reati di rifiuto in atti d’ufficio e falso ideologico in atto pubblico.

Si è anche certi che l’aver formalmente denunciato Roma Capitale contribuirà a costituire quantomeno una migliore coscienza ed una base giuridica sulla quale affrontare in maniera diversa l’individuazione delle responsabilità in occasione di qualunque disgrazia che certamente vedrà ancora tragiche vittime coloro che a fatica scelgono di muoversi in bicicletta in questa città: chi muore in bicicletta a Roma non sarà più vittima di una disgrazia, ma della firma di chi ha violato la Legge.

Benché ormai disillusi di una qualunque volontà da parte delle amministrazioni di Roma Capitale, si resta sempre e comunque disponibili ad una sincera collaborazione.

Con osservanza,

Francesco Calderini

Qui la copia registrata della denuncia

21 febbraio 2011 – Lettera aperta al Sindaco di Roma

Lettera aperta al Sindaco di Roma

Roma, 21 febbraio 2011

Al Sindaco di Roma

On. Gianni Alemanno,

non basta dichiarare gli obiettivi, occorre prendere rapidamente decisioni concrete. Roma si candida alle Olimpiadi. Parla di post carbon era. Ha elaborato un Piano per la mobilità sostenibile. Il progetto Millennium, piano strategico per Roma Capitale, dichiara come obiettivo a medio e lungo termine la eco sostenibilità. Dai primi passi si vedrà se questa è la direzione effettiva che si sta prendendo.

Noi allora vogliamo ricordarLe che c’è un piano, approvato da quasi un anno dalla Giunta comunale, partecipato, che mette insieme contemporaneamente:

  • riduzione delle emissioni e dei rumori
  • aumento delle sicurezza
  • miglioramento della salute
  • aumento dell’accessibilità
  • miglioramento dell’ambiente urbano e della vita
  • opportunità per le attività ludiche e sportive a costo zero per tutti
  • incremento del turismo sostenibile, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio storico.

Nessun altro piano previsto dal progetto Millennium raggiunge da solo così tanti obiettivi di sostenibilità come questo, eppure Millennium non ne prevede la sua attuazione. Il suo costo è molto contenuto se pensiamo ad una città capitale (è stimato in circa la metà del costo di un solo parcheggio, quello progettato sulla stazione Termini), perché molte sue previsioni sono a costo quasi zero. In pochi anni si potrebbe attuare. Potrebbe cambiare il volto della città, come è già accaduto in moltissime città europee e capitali, Parigi e Londra comprese.

E’ il Piano Quadro della Ciclabilità.  Cosa si aspetta per attuarlo?

Coordinamento Roma Ciclabile

www.romaciclabile.org  romaciclabile@gmail.com

 

Per la mobilit? ciclistica

un articolo da: Terra Lazio del 19 gennaio 2011 – di Alessandro Polinori

Per la mobilità ciclistica

E’ stata avanzata una proposta di collegamento tra l’area di Monte Cugno e la riva destra del Tevere, in prossimità dell’area di ponte Galeria-Fiera di Roma

La bicicletta oltre che un mezzo per compiere attività sportiva e piacevoli passeggiate nella natura, rappresenta, soprattutto nell’Europa centro-settentrionale, così come in Canada ed in Cina, un mezzo di trasporto alternativo all’automobile, che consente una riduzione di inquinamento, traffico, stress e persino un risparmio di denaro pubblico e privato. In Italia, e nello specifico a Roma, sicuramente l’utilizzo delle due ruote non è stato sino ad oggi sostenuto adeguatamente, se si pensa alle oggettive difficoltà di spostamento in ambito cittadino ed alla penuria di piste ciclabili (nota positiva il fatto che, nell’ultima finanziaria regionale, il verde Angelo Bonelli sia riuscito a far approvare emendamenti a favore della mobilità su due ruote, quali la realizzazione di posteggi dedicati lungo la Roma-Lido e l’adeguamento del 10% delle vetture della metro per consentire il trasporto delle bici).

Per quanto concerne il territorio del Litorale Romano, nello specifico il XIII Municipio del Comune di Roma ed il Comune di Fiumicino, queste aree presentano una notevole ricchezza naturalistica, storica e paesaggistica, meritevole di essere valorizzata e fruita anche e soprattutto attraverso le due ruote. A tal proposito, da parte dell’Associazione Ostia in Bici-Fiab e del Coordinamento Comitati di Quartiere Entroterra, è stata avanzata un’interessante proposta di collegamento tra l’area di Monte Cugno (Acilia/Casaletto di Giano, nel XIII Municipio) e la riva destra del Tevere, in prossimità dell’area di ponte Galeria/Fiera di Roma.

La proposta, molto semplice ed a basso impatto ambientale, prevede la realizzazione di due attracchi (anche galleggianti) che consentano l’istituzione di un servizio di Scafa, a sostegno e sviluppo della mobilità ordinaria ciclo-pedonale, così come di quella ludico-sportiva,turistica e culturale. La proposta consentirebbe, in tal modo, di mettere in collegamento due aree che saranno presto servite da diverse reti ciclabili (dorsale ciclabile di Fiumicino, pista ciclabile di Monte Cugno), ma separate dal corso del fiume. L’attraversamento del Tevere, infatti, è oggi possibile soltanto 4km più Nord (con il Gra) o 10 km più a Sud con il ponte della Scafa, in condizioni di traffico crescente e con mezzi pubblici assolutamente inadeguati.

Mettere in collegamento le due sponde attraverso un’ecologica scafa (riprendendo quanto in passato si faceva nei pressi dell’antica Tor Boacciana), consentirebbe a molti lavoratori dell’entroterra di Ostia di poter raggiungere, percorrendo meno di 5 km, la Fiera di Roma e la relativa stazione FS, con evidenti benefici per la mobilità, rappresentando anche un’attrattiva per lo sviluppo di un turismo sostenibile nella Riserva naturale statale del Litorale romano. In relazione a ciò Angelo Bonelli, Capogruppo dei Verdi alla Regione Lazio, ha espresso pieno sostegno alla proposta, annunciando che intraprenderà una serie di iniziative affinché il progetto possa essere realizzato quanto prima.

La mobilit? sulla Cristoforo Colombo: ostaggio della demagogia politica?

La mobilità sulla Cristoforo Colombo: ostaggio della demagogia politica?

Da anni si fa un gran parlare della Cristoforo Colombo e dei suoi mali: pericolosità, congestione costante per i pendolari del lavoro, trappola per i bagnanti e per i residenti d’estate. Le soluzioni via via proposte sono state tante, a volte anche fantasiose (si ricordino i sensi unici alternati: tutti in un senso la mattina, tutti nell’altro la sera…). Purtroppo quelle serie molto poche, o comunque sempre con un’ottica molto limitata.

Oggi si parla di sottopassi e di ‘fluidificazione del traffico’ come della cura di tutti i mali. Oggi vorrei veramente porre queste domande: “Ma quanta strada in più si pensa di fare una volta realizzati i sottopassi e resa la Colombo un’autostrada ad otto corsie? Come si pensa di poter andare al mare, il nostro mare, con otto corsie che vomitano macchine da Roma? Come immettersi sul Raccordo sempre bloccato?

Come raggiungere l’EUR una volta arrivati a Mezzocamino?”. Roma, il GRA ed il litorale d’estate sono già al collasso, incapaci di assorbire altre auto, e spendere 60 milioni di euro (che non ci sono) per realizzare dei sottopassi solo per fare la fila per andare al lavoro qualche chilometro dopo invece che farla ai vari semafori di Via Pindaro, Via di Acilia e Via di Malafede alla mattina ed al contrario alla sera, a me sembra vagamente inutile, uno spreco che grida doppiamente vendetta perchè asservito ad interessi politici. Così come avere migliaia di macchine che si incolonnano sulle nuove corsie la domenica mattina per raggiungere Ostia d’estate, per farsi saccheggiare dai parcheggiatori abusivi (oltre che dai gestori degli stabilimenti) o accoltellarsi per un posto libero sopra un marciapiede o un attraversamento pedonale e per rendere il nostro territorio un inferno invivibile di macchine.

Tanto più che, ora più che mai, i soldi mancano, e nessuna amministrazione metterà mai in campo 60mln di euro per la Cristoforo Colombo, e chi lo dice lo fà con la coscienza di mentire, spesso con il solo scopo di sventolare la solita carota demagogica ed elettorale o, peggio ancora, come ottima scusa per deliberare nuove lucrose lottizzazioni negli interessi del costruttore di turno, migliaia di nuove abitazioni, varianti al Piano Regolatore magari in compensazione di aree che nulla hanno a che vedere con il nostro territorio: chi sa dove siano esattamente Monte Arsiccio e Tormarancia?? Sono le aree in compensazione per le quali poche settimane fa nel nostro Municipio nella seduta dell’11/12 Novembre scorso si è approvato il cosiddetto progetto urbanistico “Infernetto” che, a fronte di previste opere a scomputo (tra cui un sottopasso) di dubbia realizzazione visti i precedenti delle Terrazze del Presidente e vista l’íncapacità di progettazione di opere urbanistiche (vedi la pista ciclabile tra Casalpalocco e la Pineta di Castelfusano, programmata nel 2005, bloccata da mesi in corso d’opera per errori progettuali), autorizza la trasformazione di centinaia di ettari dell’infernetto, tra Via Ferrari e Via Cilea, da verde pubblico e servizi in aree edificabili ad uso residenziale: altri 270.000 metri cubi di cemento e quasi 1000 appartamenti in edifici da 4 piani in nome della ‘mobilità’. Ma quale mobilità? Quella ad uso elettorale, che ci prende in giro dicendo che è possibile continuare ad andare a lavorare a Roma in macchina? Di prendere il GRA e di andare da Roma al mare la domenica in automobile? Quella che distrugge la nostra qualità della vita, che svaluta le nostre case perché senza alternativa alla macchina?

Lasciamo perdere i bei disegni da autoscuola delle macchine che attraversano veloci un bel sottopasso vuoto: al posto della demagogia, per la mobilità della Cristoforo Colombo e per il nostro territorio, è il momento di chiedere ai nostri amministratori e politici delle scelte non politiche, che forse non ripagano immediatamente in termini di voti, ma per una volta chiare, moderne, coraggiose e sostenibili, che sarebbero ovvie in tutte le capitali europee, oltre che realizzabili con un decimo di quanto richiederebbero gli interventi propagandati e non necessiterebbero di alcuna nuova cementificazione per essere finanziati:
  • Un corridoio dedicato di trasporto pubblico e ciclabile sulla Cristoforo Colombo, da Ostia all’EUR, così come già previsto dal Piano Regolatore
  • Parcheggi di scambio, nel cuore di Axa, Palocco, Infernetto (al Drive-in per esempio, o proprio dove si è autorizzato il nuovo progetto residenziale all’Infernetto) da dove far partire i mezzi pubblici
  • Altre fermate della metro sulla Roma-Lido e treni più frequenti 
  • Uno studio serio dei flussi di traffico
  • Stop alle varianti urbanistiche in favore del costruttore di turno ed agli insediamenti residenziali in compensazione di aree che nulla hanno a che vedere con il nostro territorio
  • Limitazione del trasporto privato (meno auto in circolazione = maggiore vivibilità), zone 30km/h, rispetto delle elementari norme di circolazione 
  • Parcheggi a pagamento per i non residenti nel municipio sul lungomare per finanziare interventi di mobilità sostenibile (corsie preferenziali, marciapiedi, ciclabili, attraversamenti pedonali rialzati)
  • Percorsi ciclabili per riprenderci un territorio a misura d’uomo e non delle automobili (per poter raggiungere il nostro mare e la nostra pineta)
Perchè un trasporto pubblico su corsie dedicate, parcheggi di scambio, la ciclabilità sono le uniche risposte sensate e sostenibili ai problemi di mobilità del territorio ed all’assedio del traffico.

CYCOM