In bici con l’ACI

Da Settestrade di ottobre 2008 – (Qui l’articolo originale)

Un articolo di estremo interesse, sia per gli aspetti positivi che per quelli negativi. (NdR)

In bici con l’ACI

PARTE A DICEMBRE IL BIKE SHARING A OSTIA E A CASTRO PRETORIO CON LA COLLABORAZIONE DELL’AUTOMOBILE CLUB ROMA.

Sarà una specie di regalo di Natale. Tutto è pronto, mancano ancora gli ultimi adempimenti. Poi, a metà dicembre, è previsto l’avvio del nuovo progetto di bike sharing, realizzato dall’Automobile Club di Roma per il III Municipio (Castro Pretorio, Nomentano, Tiburtino) e per il XIII Municipio (Ostia). Altre 66 biciclette si aggiungeranno alle 200 già in funzione nel centro storico (I Municipio).

Per utilizzarle sarà sufficiente iscriversi presso un punto autorizzato (l’elenco sarà disponibile sulle colonnine presso le postazioni), versando 30 euro di cauzione, ritirare la tessera magnetica e caricarla con almeno 5 euro (inizialmente presso i punti autorizzati). Poi basterà recarsi alla postazione prescelta, passare la tessera sul lettore ottico che sbloccherà la bicicletta, e cominciare la passeggiata. Finita la quale la bicicletta potrà essere depositata presso una stazione qualunque dello stesso Municipio (ma presto il servizio diventerà intercambiabile). Le tariffe sono praticamente nominali, ma progressive: gratis la prima mezz’ora, un euro la seconda, due la terza, quattro la quarta.

Sarà anche possibile controllare on-line la disponibilità delle bici. Un sito apposito (come già avviene per il I Municipio) permetterà di controllare in ogni stazione quante sono le colonnine, quante le bici disponibili, quante quelle impegnate.

Una novità a livello europeo

Il bike sharing, la mobilità dolce, come è stata definita (ma all’inizio veniva chiamata lenta), nel sistema offerto dai Municipi è un servizio fai da te, senza bisogno cioè di persone da cui ritirare o a cui riconsegnare la bicicletta. Per Roma è cominciata a giugno con le 19 stazioni e i 200 veicoli del centro storico. E’ stato un successo immediato. Favorito dalla stagione, il servizio in soli tre mesi ha registrato 26 mila prelievi (in pratica quasi 300 al giorno), per la stragrande maggioranza, (al 95%) della durata di 29 minuti, uno meno del limite oltre il quale si paga.

Ma la vera novità delle due nuove iniziative organizzate dall’Automobile Club di Roma è l’uso di biciclette elettriche, dette anche a pedalata assistita. Delle 66 bike a disposizione dei ciclisti, 14 saranno dotate di un motorino elettrico che alleggerirà la fatica. Un’innovazione che fa di Roma la prima città europea a dotarsi di questo tipo di veicolo.

Tecnologie avanzate

Ma non basta: il servizio prevederà, molto probabilmente, anche altre tecnologie avanzate, come la localizzazione satellitare (contro i furti) e un segnalatore di soccorso. Nel III Municipio, poi (ma il servizio potrà essere esteso anche a Ostia), sono previste telecamere di sorveglianza (sono i black box brevettati Aci) e, per le postazioni, un’illuminazione a led, alimentata da pannelli fotovoltaici.

Insomma, Roma sembra aver imboccato con decisione la via del bike sharing. Voluta dalla precedente amministrazione comunale, è stata sponsorizzata anche da quella attuale. “Vogliamo estendere il servizio ai Municipi del Centro”, ha dichiarato di recente il nuovo assessore alla mobilità, Sergio Marchi, “a cominciare da Prati, e nei prossimi due anni realizzeremo altri 60 chilometri di piste ciclabili”.

ANCHE LE PISTE CICLABILI A PORTATA Dl PEDALE DALLE STAZIONI BIKE SHARING

Ha ragione l’assessore Innocenzi a definire Ostia un Municipio anomalo, ma non soltanto per la posizione geografica: con i suoi 195.021 residenti contende a Mestre la palma di frazione più popolosa d’Italia ma, a differenza di Mestre, i suoi abitanti aumentano in progressione geometrica con il sopraggiungere dell’estate e la bicicletta diventa un’occasione di svago, prima che di mobilità. La stessa natura, con l’abbondanza di verde, favorisce l’uso dei mezzi a pedale. Per chi ama la bici, inoltre, ci sono già quattro piste ciclabili urbane e due verdi per un totale di 44 km.

Tre stazioni strategiche

Il servizio di bike sharing voluto dal Municipio e realizzato dall’Automobile Club di Roma partirà con tre postazioni, dotate in tutto di 30 biciclette, sei delle quali elettriche. Il posizionamento è strategico non soltanto in funzione degli arrivi turistici (porto e stazioni), ma anche per il collegamento con due piste ciclabili: quella del Porto di Roma (attualmente solo 3,5 km di lungomare, ma in via di estensione con ramificazioni verso l’interno) e con i 10,8 km della pista che si snoda nella Pineta di Castelfusano.

Ma è probabile che l’iniziativa di bike sharing venga successivamente ampliata con postazioni nell’entroterra che renderebbero raggiungibili le altre piste: gli 8,4 km di Dragoncello, i 5 km di Casal Palocco e, soprattutto, i 16 km del Parco di Decima Malafede (che però si trova nel XII Municipio).

Sembra da escludere, invece, la possibilità di arrivare fino ad Ostia con la pista ciclabile che fiancheggia il Tevere: sarebbe necessario costruire un ponte per riportarla sull’altra sponda, ma i primi preventivi hanno scoraggiato dal proseguire su questa strada.

E LA TANGENZIALE DlVENTERA’ UNA STRADA DI QUARTIERE CON PISTA CICLABILE

San Lorenzo, l’Università, la Biblioteca Nazionale, il Policlinico, il Verano, la Stazione Tiburtina: il III Municipio – il più piccolo della città – s’incunea nel Centro storico di Roma e, con le sue stazioni (Termini e sulla linea di confine), ne è la cerniera di Nord Est verso il resto del Paese. Per questo i suoi 50 mila abitanti sono un quarto dei 200 mila utenti: l’Università de La Sapienza, soprattutto, attira giovani da ogni parte d’ltalia, imponendo un sistema di servizi di dimensioni assai superiore alla domanda dei soli residenti.

36 biciclette di cui 8 elettriche

Anche la mobilità risponde a questa esigenza: le vie Nomentana e Tiburtina, l’asse intermedio via Catania-via del Policlinico, le trasversali viale delle Province e viale Regina Elena-viale Regina Margherita sono fra le strade più trafficate della Capitale.

In questo scenario si svolge (e a questo pubblico si rivolge) l’offerta di bike sharing realizzata per il Municipio dall’Automobile Club Roma: quattro stazioni attrezzate con 36 biciclette, 8 delle quali elettriche, da sbloccare alla colonnina con la tessera magnetica prepagata (ma la prima mezz’ora è gratis) e riportare ad una delle quattro stazioni (lo scambio sarà presto possibile con le colonnine degli altri Municipi).

Non si tratta solo di un tipo di mobilità alternativa, più agile e assolutamente ecologica. Presto il Municipio avrà una pista ciclabile di tutto rispetto: la Nuova Tangenziale Est che collegherà, prevalentemente in galleria, la Batteria Nomentana allo svincolo della A24, lascerà libera per pedoni e ciclisti la vecchia struttura, trasformandola in una strada di quartiere con pista ciclabile, arredi urbani e parcheggi pubblici.

La Capitale comincia bene, ma è l’Italia che deve pedalare.

Probabilmente è ancora presto per considerare le piste ciclabili di Roma un’alternativa realistica ai mezzi a motore per la mobilità privata, ma in un’Italia che, pur vincendo i mondiali di ciclismo su strada, è solo al decimo posto in Europa per numero di bici ogni cento abitanti e le piste ciclabili misurano solo 1.450 chilometri contro i 35 mila della Germania, la Capitale non sfigura affatto.

A parte Modena che oggi dispone di un servizio di bike sharing con 224 biciclette (gratuite) per una città di 179.937 abitanti (un velocipede ogni 800 persone), Roma è al secondo posto in Italia con 200 bici a noleggio, alle quali presto si aggiungeranno le nuove 66 dei due Municipi che si sono affidati all’Automobile Club di Roma.

Certo, non si può paragonare la cittadina emiliana con la Capitale: i 120 chilometri di piste di Modena valgono molto di più dei 150 di Roma. Certo, il Velib di Parigi con le sue 1.600 bici e i suoi 1.300 punti di scambio è lontano anni luce. Ma la Capitale è partita davvero bene: nei primi 30 giorni del servizio aperto a giugno nel centro storico al bike sharing si erano gia iscritti in 1.200, effettuando 7.500 prelievi.

I fondi dirottati

La verità è che è tutta l’Italia del bike sharing ad essere molto indietro. Anche per mancanza di fondi. La Finanziaria 2008 aveva destinato alla mobilità alternativa delle città protette dall’Unesco 4 milioni di euro, ma il governo li ha utilizzati per salvaguardare il potere d’acquisto delle famiglie. I 7,4 milioni del Fondo per la mobilità sostenibile, stanziati per il 2007, non sono ancora arrivati. La legge del 1998 per le piste ciclabili non viene più rifinanziata da sette anni. Insomma, gli enti locali devono fare da soli: difficile, con questi chiari di luna, andare molto al di là della realizzazione di piste turistiche. Per una vera mobilità dolce bisogna ancora pedalare.