Io vengo da gerusalemme… Potrebbe essere l’incipit. Scherzi a parte voglio scusarmi con tutti per l’assenza del mio spirito alla festa di giovedì (la festa di oib al borghetto,ndr) anche se il mio corpo, come tutti hanno potuto vedere era lì. A mia parziale scusante posso dirvi che è stata una di quelle giornate in cui niente, dico niente, è andato per il suo verso.
Tra l’altro avevo cercato di scegliere un sonetto "natalizio" per salutarci con un pò di Belli nel cuore. Non ci crederete ma non sono riuscito a trovarne uno sul Natale. Sul prima e sul dopo sì. Allora ne ho scelto uno sul dopo che, meglio tardi che mai, vi propongo. E’ un sonetto del 1832 e si chiama "Er fugone de la Sagra Famija". Non ha bisogno di commenti: è la fuga in Egitto interpretata da Belli.
Er fugone de la Sagra Famija
Ner ventisette de dicemmre a letto,
san Giuseppe er padriarca chiotto chiotto
se ne stava a ronfá com’un porchetto
provanno certi nummeri dell’otto;
quanno j’ apparse in sogno un angeletto
cor un lunario che tieneva sotto;
e je disse accusi: « Guarda, vecchietto,
che festa vié qui drento a li ventotto ».
Se svejó san Giuseppe com’un matto,
prese un somaro giovene in affitto,
e pe la prescia manco fece er patto.
E quanno er giorn’appresso usci l’editto,
lui co la moj’ e ‘r fio giá quatto quatto
viaggiava pe le poste pe l’Eggitto.